Mentre la donna vive la gravidanza in prima persona percependo la trasformazione donna-mamma attraverso i piccoli e graduali cambiamenti fisiologici, il padre vive una “gravidanza mentale”, durante la quale costruisce mentalmente l’immagine del suo bambino, della sua nuova famiglia e struttura un nuovo senso di sé.
Esistono evidenze scientifiche che mostrano una predisposizione biologica all’accudimento del bambino, perfino cambiamenti ormonali simili a quelli materni benché meno intensi e duraturi.
Ma mentre la madre può contare su un’innato intuito, il padre ha bisogno di essere coinvolto, sia fisicamente che emotivamente, per “metallizzare” e favorire così l’esperienza di riconoscersi come genitore. Il momento del travaglio e del parto, provocano una turbolenza emotiva che sancisce anche per il compagno, il passaggio nella nuova vita, permettendogli di spogliarsi delle vesti dell'uomo per indossare quelle del padre.
Oggi, i protocolli utilizzati dagli ospedali in seguito alla pandemia da coronavirus , ha considerato i padri come semplici visitatori, dei meri spettatori anziché attori principali in questo primo importantissimo atto… questo può indurre l’uomo ad una vulnerabilità psicologica che è importante riconoscere, per comprendere meglio il modo in cui riuscirà a relazionarsi nella sua nuova famiglia.
Come per la neomamma, anche per i futuri papà è importante ricevere un SOSTEGNO PSICOLOGICO, per vivere con consapevolezza la paternità e affrontare con serenità la transizione dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale. Giocano allora un ruolo molto importante i GRUPPI DI AUTO-AIUTO che permettono il confronto e la condivisione delle proprie esperienze di padre-compagno-uomo.
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